STEP 25 - LE TEORIE SCIENTIFICHE SONO DIVENTATE VERITÀ INCONFUTABILI
Nei precedenti capitoli, abbiamo visto le macchinazioni che "muovono" governi, banche, multinazionali, con tutti i relativi interessi socio-politici in gioco. Ma non è tutto. Difatti la più impensabile cospirazione riguarda la scienza moderna. Attraverso un'astuta programmazione iniziata secoli fa, i manipolatori occulti ci hanno fatto credere di vivere in una realtà che non ha alcun riscontro con l'osservazione, la sperimentazione, e la scienza dimostrabile. Un accenno l'abbiamo avuto nei "Protocolli dei Savi di Sion" che, perlappunto, sostengono di aver inventato una scienza falsa, creata su misura per i loro scopi.
Quello che è certo, è che negli ultimi 500 anni abbiamo stravolto le nostre convinzioni riguardo alla forma della terra nonché sull'origine della vita. Le scoperte scientifiche si sono succedute fino a cambiare completamente la visione del mondo. Di primo acchito dovrebbe essere perlomeno "curioso" il fatto che i vari scienziati responsabili della "nuova visione" siano tutti legati ad ambienti gesuiti e cattolici, come Copernico, Galileo, Keplero, Cartesio, Newton, Darwin, Einstein, e Lemaitre.
Consci dell'influenza gesuita/cattolica sul mondo, non è forse lecito verificare se la scienza che ci hanno plasmato sia effettivamente vera o falsa come invece i piani "occulti" di dominio mondiale ci suggeriscono?
Analizziamo la questione con rigore scientifico, senza farci sedurre da ragionamenti o idee, ma basandoci esclusivamente sulla scienza empiricamente dimostrabile.
CREAZIONISMO
O EVOLUZIONISMO?
La "teoria dell'evoluzione" di Darwin è basata su un'antica filosofia religiosa pagana di origine panteista risalente all'antica grecia presocratica. Oggigiorno questa teoria è ampiamente accettata da tutti perché è l'unica possibile ipotesi che appare plausibile. Bisogna dire però che, ogni volta che viene chiesto di illustrare le prove dell'attendibilità della teoria dell'evoluzione, la domanda cade nel vuoto. La maggior parte delle persone farfuglia qualcosa sul fatto che 'la maggior parte degli scienziati la supportino', e questo fatto basta e avanza. Tale forma di anti-intellettualismo dilaga ancora oggi nelle università. Provate a recarvi in un campus universitario e chiedete agli studenti le motivazioni per cui credono alla teoria dell'evoluzione. In pochissimi saranno effettivamente in grado di fornire risposte. La maggior parte di essi manifesterà solo una cieca fede nella scienza. Chi non crede nella scienza è uno stupido, sostengono. Ma io penso si debba distinguere Noi crediamo nella scienza perché pensiamo dimostri le cose per quello che sono, ma non pensiamo mai che la scienza possa essere modellata a piacimento per supportare qualsiasi tesi arbitraria che si voglia sostenere. L'informazione scientifica è molto potente perché viene presa come "oro colato" dalle persone. Ma in realtà la vera scienza è solo quella dimostrabile empiricamente, tutto il resto non dovrebbe essere nemmeno chiamato scienza.
È importante quindi domandarsi quali sono i presupposti della scienza moderna.
Quando Charles Darwin propose la teoria dell'evoluzione (come già spiegato) non aveva alcuna prova fondata. Ecco una citazione dal libro "creazione" di Darwin pagina 18:
"Ma il problema non si limita solo all'origine della vita. Prendete ad esempio organi come l'occhio, l'orecchio, il cervello. Sono tutti di un' incredibile complessità, di gran lunga superiore a quella del più sofisticato dispositivo costruito dall'uomo. Un problema per l'evoluzione è che tutte le parti che compongono questi organi devono funzionare contemporaneamente perché sia possibile vedere, udire o pensare. Questi organi sarebbero stati inutili finché non ne fossero state completate tutte le singole parti. Viene dunque spontaneo chiedersi: È possibile che il cieco caso - ritenuto un fattore determinante ai fini dell'evoluzione - abbia messo insieme tutte queste parti al tempo giusto per produrre meccanismi così elaborati?"
Darwin ammise che questo rappresentava un problema, tanto che
scrisse:
"Supporre che l'occhio . . . possa essersi formato per [evoluzione], sembra, lo ammetto francamente, del tutto assurdo"
Charles Darwin, dal libro "Creazione"
E da allora, le cose non sono migliorate, anzi sono stati necessari vari adattamenti alla teoria per mantenerla credibile ed alcuna prova è mai stata prodotta. La maggior parte delle persone resterebbe scioccata nell'apprendere che la gran parte di ciò che viene loro insegnato come 'verità' sull'evoluzione è solo il prodotto della creatività dei membri della comunità scientifica. Vogliono convincerci in maniera così persuasiva che dicono di tutto per difendere la loro favola. Insistono sul fatto che la teoria dell'evoluzione sarebbe stata 'provata' e che quindi l'argomento sia fuori discussione. Curioso notare come alla scienza non interessa la verità e quindi non ci sarà mai un dibattito scientifico per mettere a confronto evoluzionismo e creazionismo. Ma non è tutto, qualsiasi scienziato che prova ad andare contro l'evoluzionismo per sostenere il creazionismo sarà ridicolizzato, denigrato, e se necessario rimosso dal suo posto di lavoro. Tutto quello che vien fatto è ridicolizzare la teoria della creazione come antica,obsoleta, e contraria al progresso. Si forniscono prove fasulle a sostegno dell'evoluzionsimo.
L'evoluzione ci viene foraggiata come dottrina e chi crede nel creazionismo è primitivo e contrario al progresso. Ma non è così.
La "teoria dell'evoluzione" viene insegnata nei testi scolastici come fatto inequivocabile; ne sono permeati i commenti dei documentari, la letteratura, il cinema, la televisione, i giornali.
Onde evitare confusione, è bene distinguere tra "evoluzione biologica" e "teoria dell'evoluzione". Il termine "evoluzione biologica" definisce in modo generico il processo - le variazioni nel patrimonio genetico di una popolazione, verificatesi nel tempo - mentre la "teoria dell'evoluzione definisce l'ideologia, secondo la quale tutti gli organismi viventi derivano per trasformazione da altri organismi di epoche passate.
L'evoluzionismo viene quasi sempre presentato come una scienza esatta, ampiamente supportata dai ritrovamenti e dalla ricerca, e accettata da tutti gli scienziati. In realtà, l'evoluzione come spiegazione delle origini della vita non è né una teoria né un fatto, ma è una mera assunzione aprioristica. In natura l'evoluzione avviene e si conclude nello stesso organismo; essa non produce nuove caratteristiche, ma consiste nella manifestazione oppure nella soppressione di caratteristiche già esistenti. Si tratta di un fenomeno naturale osservato, misurato e ripetuto, e pertanto scientificamente verificato.
La selezione artificiale operata dagli allevatori è un esempio di tali variazioni: gli animali sono selezionati in base a particolari tratti o caratteristiche, allo scopo di produrre una variazione nella razza che possa renderla, ad esempio, più utile o più piacevole esteticamente.
Ciò non significa che vengono sviluppati nuovi tratti, ma solo che le informazioni genetiche vengono riorganizzate e i tratti più utili sono favoriti.
In sostanza, dunque, non si producono nuove informazioni genetiche; vengono semplicemente "riorganizzate" quelle preesistenti, formando nuove combinazioni, peraltro limitate, come predetto dalle leggi di Mendel sulla genetica.
Per estrapolazione, gli evoluzionisti postulano la produzione di nuovi tratti negli organismi viventi nel corso di lunghissimi periodi di tempo, di nuove specie, grazie all'evoluzione. Secondo questa teoria, tutte le forme di vita discenderebbero da antenati comuni: i "mattoni" della vita sarebbero nati dall'interazione di elementi inerti, e il primo microrganismo si sarebbe evoluto nel corso di miliardi di anni in forme di vita via via più complesse - da ameba a invertebrato, a anfibio, rettile, quadrupede, scimmia, e infine all'uomo. Essa consiste, in pratica, nell'assumere che l'evoluzione all'interno della razza sia prova dell'ipotetica evoluzione da una razza all'altra. Questo tipo di evoluzione è definito macroevoluzione.
Nonostante il fatto che la macroevoluzione non sia mai stata provata scientificamente (perché una teoria possa essere ritenuta scientificamente valida, deve essere osservabile, misurabile, e ripetibile; la teoria evoluzionistica non risponde ad alcuno di questi tre requisiti), e nonostante il fatto che non vi sia alcuna base scientifica per giustificare l'estrapolazione della macroevoluzione dall'evoluzione osservata in natura, neppure nel corso di miliardi di anni, questa dottrina viene tranquillamente inculcata in maniera dogmatica agli studenti, e spesso difesa violentemente, contestando e non di rado censurando, come già detto, ogni voce "fuori dal coro".
Secondo il modello evoluzionista, tutto quello che è possibile osservare oggi è frutto di eventi casuali e lunghissimi periodi di tempo. Non esiste altra realtà al di fuori della natura; non esiste uno scopo o un creatore nell'universo, ma tutto ha avuto origine da processi naturalistici e meccanicistici propri della materia inanimata (materialismo filosofico). L'idea di un intervento soprannaturale è rigettato a priori, come pure qualunque spiegazione che punti in direzione opposta all'evoluzionismo. Non esistono specie "fisse"; le piante, e gli animali (tra i quali è incluso l'uomo) discendono da uno stesso organismo progenitore, che a sua volta ha avuto origine per caso dagli elementi chimici presenti nell'atmosfera primordiale.
Indubbiamente, riconoscere la teoria evoluzionistica come falsa, significherebbe dover prendere in considerazione l'unica altra possibilità: quella di una creazione che non è frutto del caso, ma prodotta e guidata da una volontà intelligente per uno scopo preciso, insieme a tutte le leggi che regolano l'universo.
La vita quindi, in tutte le sue sfumature ed espressioni, non sarebbe il frutto di processi naturalistici avvenuti per caso. Le piante, gli animali, e gli uomini sarebbero stati creati come specie ben distinte, che non sono legate tra di loro da alcun tipo di parentela.
MA QUALE BIG BANG?
Per cercare di spiegare le origini dell'intero universo, con tutto quello che contiene, e le leggi che lo governano, gli evoluzionisti hanno postulato un evento noto come "Big Bang" (letteralmente, "grande esplosione"). Nel 1927 fu l' astronomo gesuita, padre Georges Lemaître (1894 -1966), il primo a formulare tale ipotesi, allora chiamata dell'atomo primigenio.
Secondo questa teoria - di cui esistono diverse varianti - tutta la massa e tutta l'energia dell'universo erano un tempo situate in uno stesso punto, ridotte a un volume infinitesimamente piccolo; o, per usare la definizione di un evoluzionista: "l'intero universo osservabile era più piccolo di un singolo atomo" (Crowell).
Questa condizione viene definita "Singolarità"; essa sarebbe poi esplosa dando origine alle galassie, ai singoli astri e pianeti, e in ultima analisi alla vita. Inoltre, l'esplosione avrebbe creato il tempo e lo spazio, che, stando a questa teoria, non esistevano prima del Big Bang.
Come si può notare, la condizione di Singolarità richiede - eppure non soddisfa - la nozione di ordine perfetto.
Per cercare di giustificare la tremenda densità della massa, si è ipotizzato che quest'ultima sia esistita sotto forma di idrogeno estremamente compresso; ciò, naturalmente, non spiega da dove e in che modo sia apparso l'idrogeno. Si può costatare che, in effetti, nessuna delle tante variazioni della teoria del Big Bang spiega in che modo abbia avuto origine la Singolarità, che costituisce una chiara violazione della legge della conservazione della materia e dell'energia (la prima legge della termodinamica stabilisce che l'energia e la materia non possono essere né create né distrutte: il loro stato può mutare, ma la loro quantità totale nell'universo è costante).
Affermare poi che la condizione di Singolarità si sia verificata perché lo spazio e il tempo non esistevano prima del Big Bang è mera tautologia definizionale. L'idea stessa che né lo spazio né il tempo siano potuti esistere prima del Big Bang, implica una condizione di stabilità; non essendovi alcuna possibilità di cambiamento, il Big Bang stesso non può essersi verificato.
Se all'espansione dell'ipotetico Big Bang va ascritta la formazione di galassie, stelle, pianeti, e la creazione di proteine, DNA, microrganismi in grado di replicarsi, fino alle forme di vita che sono conosciute oggi, è implicito un continuo incremento di organizzazione e complessità, di nuove informazioni; ciò è in netta contraddizione con le più elementari leggi della scienza.
Al di là di ogni altra possibile speculazione, resta poi il fatto che questa teoria non può essere confermata o esaminata sperimentalmente. Il Big Bang non è dunque altro che una speculazione, in bilico tra scienza e filosofia, e contraria ad alcune delle leggi fondamentali della scienza.
Riassumiamo i punti deboli dell'evoluzionismo:
1) Non si è mai trovata una specie evoluta da un'altra, ma sempre specie diverse dalle altre. Non si è mai trovato il cosiddetto "anello" di congiunzione fra due specie diverse.
2) Dopo 150 anni di ricerche affannose per dimostrare in qualche maniera la teoria evoluzionista, l'ipotesi darwiniana è rimasta ancora allo stadio di "ipotesi": non c'è mai stata una ipotesi che è durata così a lungo, nonostante i risultati pressoché nulli!
3) La selezione naturale non è l'evoluzione, ma è la legge della sopravvivenza, è anche chiamata "micro-evoluzione", come contrapposizione alla macro-evoluzione equivalente dell'ipotesi evoluzionista del salto di specie.
4) La colonna geologica sarebbe drammaticamente falsa, perché sistemata a tavolino dagli studiosi e non basata su elementi certi. Le date vanno e vengono e sono diverse da libro a libro. Migliaia di anni in più o in meno, tolti o aggiunti con tanta disinvoltura, dimostrano una cosa sola: tutte le datazioni sono arbitrarie e fittizie, ai soli fini di quantificare grossolanamente una classificazione cui non si sa dare altra spiegazione...
5) Darwin fa oltre 800 ipotesi ("supponiamo che"...) costruendo teorie su teorie solo su ipotesi. Finora nessuna delle ipotesi è stata supportata da prove scientifiche.
6) L'evoluzionismo non è coerente e ed è contraddetto in tutti i campi delle discipline scientifiche.
L'evoluzionismo però è diventato come una "religione", dove si crede in questo o in quello, esattamente come le altre religioni dove si crede in questo o in quello. Nella maggior parte delle università e delle scuole, gli studenti sono chiamati ad impegnarsi a studiare l'evoluzionismo e non c'è approvazione scolastica se non si condivide tale visione antiscientifica. Ci sono tanti scienziati disonesti che cercano la notorietà e non la verità. Ogni notizia o pseudo-scoperta a favore dell'evoluzione viene sbandierata come se si fosse trovata la pietra filosofale e la panacea di tutti i mali. In realtà, tale euforico entusiasmo è controbilanciato da una mortificante e continua serie di smentite e di confutazioni di tutto il materiale evoluzionistico finora trovato.
Gli evoluzionisti danno per scontato che esiste il caso; William Paley nel 1800 paragonava il caso ad un'esplosione in una tipografia, in modo tale che tutti i caratteri, cadendo, formassero un dizionario! In realtà la combinazione casuale/fortuita non formerà mai un organismo complesso: ciò è scientificamente impossibile! Stessa cosa se noi facessimo cadere all'infinito i pezzi di un orologio sperando che nel tempo, casualmente si formasse il meccanismo di un orologio, la cui perfezione in qualche maniera è paragonabile alla creazione. Anche per forgiare una punta di una freccia ci vuole un progettista!
Le variazioni genetiche, possibili solo all'interno di una specie (variazioni orizzontali come "selezione naturale" detta micro-evoluzione), sono ipotizzate anche in senso verticale, fra specie diverse (mutazione genetica e salto di specie, detta macro-evoluzione): ciò è completamente anti-scientifico, perché privo di prove.
È curioso anche il fatto che le teorie sull'evoluzione (e quelle scientifiche in generale), si susseguono a ritmo frenetico aggiornandosi; nulla è mai definitivo. Per la scienza è lecito sbagliare in continuazione ed aggiornare ripetutamente le teorie. Quelle teorie che fino all'aggiornamento precedente, erano promulgate come verità inconfutabili.
Gli studi sulla doppia elice del DNA hanno dimostrato che ogni variazione del DNA è sempre "peggiorativa", mai migliorativa, a causa della seconda legge della termodinamica.
Ciò dimostra senza ombra di dubbio che l'uomo non deriva dalla scimmia, a meno che non vogliamo considerare l'uomo come una variazione "peggiorativa" della scimmia....
In tal caso il sangue della scimmia sarebbe compatibile con l'uomo.
Gli studi sul genoma umano hanno dimostrato che solo il 5 % del DNA si esprime all'interno della specie umana. Il resto del 95 % è considerato "spazzatura", perché non è usato, ma servirebbe per esprimere eventualmente infinite variazioni, qualora dovessero cambiare le condizioni ambientali: pressione atmosferica, magnetismo, radiazioni, ecc.
Il salto di specie è considerato impossibile dai genetisti e ogni tentativo di incrocio in laboratorio non ha mai prodotto risultati.
Persino all'interno di una specie c'è la selezione naturale e la non sopravvivenza di "incroci": da cavalla e asino nascono muli "sterili" e da cavallo e asina bardotti "sterili". Stessa cosa fra zebre ed altri equini. In pratica si verificherebbe quella che è chiamata "perdita di informazioni genetiche".
La Seconda Legge della Termodinamica è la legge scientifica più sperimentata di qualsiasi altra, ed enuncia che tutte le volte che si verifica una trasformazione di energia, cioè una reazione chimica, non si può utilizzare tutta l'energia inizialmente disponibile. Quando l'energia viene impiegata per fare un altro lavoro, una parte di essa viene dispersa.
In altre parole: tutti i processi in cui è richiesta energia, come quelli chimici, fisici ecc., subiscono una riduzione di attività se isolati e se non vi sono nuovi apporti energetici. Questo esaurimento di un sistema, o aumento di entropia, significa: per quanto sia organizzato e complesso un sistema, esso si esaurirà in un certo lasso di tempo, e risulterà meno organizzato e complesso. Non vi è dunque alcuna tendenza in natura a passare dal disordine all'ordine o dal semplice al complesso, come afferma l'evoluzionismo; ma è vero il contrario!
Ecco la testimonianza del Dott. Boris P. Dotsenko, illustre scienziato russo (fisico e matematico, che fu capo del Laboratorio Nucleare presso l'Istituto di Fisica di Kiev, prima di chiedere asilo politico in Canada nel 1966). Egli arrivò a credere in un Dio Creatore sulla base dell'evidenza scientifica fornita proprio dalla Legge dell'Entropia, per onestà mentale, benché fosse stato allevato assorbendo l'ideologia atea del suo paese "fino al midollo delle sue ossa", secondo la sua espressione:
"Una delle più fondamentali leggi della natura, che suscitava il mio interesse, era la Legge dell'Entropia. Detto semplicemente, questa legge stabilisce che ogni sistema fisico va in decadenza con il passare del tempo: infatti, la materia tende verso la disorganizzazione, se lasciata a se stessa. Per esempio, senza manutenzione, le case si diroccano, le nostre automobili si arrugginiscono e si deteriorano, e così via. Ora, una delle implicazioni di questa legge è che l'intero mondo materiale avrebbe dovuto tornare al caos, essere ridotto in polvere, già da lungo, lunghissimo tempo! Che cosa glielo aveva impedito? Mentre stavo ragionando su questo, improvvisamente balenò in me l'idea che ci doveva essere una potentissima forza "riorganizzatrice" che si contrapponeva alla tendenza verso la disorganizzazione presente in natura, e che manteneva tutto l'universo sotto controllo e in perfetto ordine. Conclusi che questa forza doveva essere immateriale, altrimenti sarebbe stata essa stessa tendente al disordine, e che doveva essere sia onnipotente che onnisciente: sì, doveva esserci un Dio che controlla ogni cosa! Mi resi contro che i più brillanti scienziati del mondo in attrezzatissimi laboratori erano tuttora incapaci di riprodurre la più semplice delle cellule: Dio doveva dunque essere il Creatore della vita sulla Terra."
Dott. Boris P. Dotsenko "Scientists Who Believe" - Moody Press, Chicago 1984 - pp. 5-6)
I FALSI... DELL'EVOLUZIONE
1. DAYTON
Dente molare di ominide, soprannominato esperopithecus harolcookit, scoperto nel 1923 da un geologo (Harold Cook). Ciò costituì la base per autorizzare nella scuola pubblica a Dayton nel Thennessy nel 1925 l'insegnamento della teoria darwiniana, con tanto di sentenza di un tribunale. Dopo pochi anni però Harold Cook tornò a scavare per ritrovare l'intero scheletro, che era quello di un grosso maiale preistorico. A distanza di 50 anni si scoprì l'intero scheletro che non era nient'altro che un fossile di "peccary" detto fossile di... maiale! (Scopes evolution trials, 21 luglio 1925)
2. LUCY
Un fossile di australopiteco, scoperto ad Afar in Etiopia, da Donald Johanson nel 1974 e dato per antenato dell'uomo dalla propaganda evoluzionista, fu datata a 3 milioni e 200 mila anni fa. Sottoposto a radiocarbonio 14 è stato datato a 10 mila anni fa.
Gli evoluzionisti allora ridussero l'età a 2 milioni e mezzo attribuendole ben 23 date fittizie. Inoltre era una scimmia (scimpanzé) e non camminava eretta, dato che non sono mai stati trovati i piedi e le gambe. Nessun animale poi può aumentare la statura per necessità. La comunità scientifica ha dato la smentita in poche righe su qualche mensile... senza creare alcuna eco di massa... Si fecero dipinti di Lucy con mani umane e piedi con l'alluce non prensile, tipico degli esseri umani che camminano eretti. La propaganda gridò al successo, furono ristampati i libri di preistoria e si continua a proporre Lucy come prova dell'evoluzionismo.
La verità fu che Lucy camminava sulle nocche e nel 1996 fu dimostrato che si trattava di uno scimpanzé nano...
Nel 2000, 29 marzo un articolo sulla American Science riportava "Lucy è stata detronizzata.... Le ossa erano state mischiate con altre estranee di un cimitero di homo sapiens, vicino qualche chilometro, e ciò aveva spinto a dire che Lucy si cibava di altri animali..."
Recentemente un articolo su una importante rivista scientifica diceva che "Lucy è tornata sull'albero, cacciata da... palazzo e dalla catena dei nostri antenati!"
Il cuginetto di Lucy, chiamato Selam (pace in lingua etiope), pur essendo un australopitecus aforensis, cioè uno scimpanzé nano, chino e con le dita arcuate, come di chi cammina sulle nocche, scientificamente dimostrato, dallo scheletro della parte superiore del corpo, è stato proposto dalla propaganda evoluzionista come l'antenato dell'antenato di Lucy, risalente secondo costoro a 3 milioni e 300 mila anni fa. Anche qui l'esame autoptico rilevando tracce di radiocarbonio 14 dimostrò che si trattava di fossile risalente a poco più di 10 mila anni fa. Il resto delle ossa dal bacino in giù sta ancora sepolto, ma non interessa nessuno perché hanno già festeggiato la scoperta e non sono ansiosi di procedere alle solite smentite, poco gradite.
3. L'UOMO DI PILTDOWN
"Nel passato sono stati fatti goffi tentativi di sopperire a tali mancanze creando "ad arte" l'uomo di Piltdown, cui gli scienziati in un primo momento inneggiarono, salvo poi ricredersi quando vennero a conoscenza che altro non era che un falso, mentre oggi si legge di un generico Homo habilis, di cui, però, in effetti, non si sono trovate tracce."
Antonio Mattera, ACAM
Nel 1950, grazie ad un solerte paleontologo del British, Kenneth Oakley, l'analisi completa del reperto evidenziò quello che i più prudenti studiosi avevano ipotizzato: il cranio non era quello di un uomo, ma di un vero primate, un orango, al quale erano stati aggiunti denti umani, limati e abrasi, e ricoperti di una patina ossidante per testimoniarne l'antichità.
Il resto del corpo venne datato attorno al 1400, e non a migliaia di anni prima; un falso nemmeno fatto tanto bene.
4. LONGISQUAMA
Si tratta di un dinosauro pennuto, assemblato per l'occasione. E' stato scoperto come un falso, abilmente contraffatto. Non ha retto alla datazione al radiocarbonio.
5. L'UOMO DI NEANDERTHAL
L'uomo di Neanderthal scoperto nel 1856 fu escluso dalla letteratura evoluzionista nel 1960 insieme allo Zinjantrophus, di cui si fecero ben tre diverse ricostruzioni facciali, simili ad un orango, ad un uomo, ad una scimmia.
Oltre a questi esempi riportati, ce ne sono molti altri che vi invito a scovare personalmente, Come vi invito ad approfondire il discorso, qualora aveste dubbi in merito. In particolare vi suggerisco di visionare i filmati su youtube sull'argomento, presentati dallo zoologo sudafricano Walter Veith "La Terra nel Tempo e nello Spazio", "Un Diluvio Universale", Ossa nei Sassi", "I Geni della Genesi", e "Dove Regnarono i Mammiferi". Sicuramente la visione di questi filmati potrà convincervi dell'assurdità dell'evoluzionismo, e rendervi logica ed evidente la natura creazionista del mondo.
Concludendo, vi propongo questo dialogo "profetico" tratto da 1984 di George Orwell:
"Winston disse: Ma il mondo stesso non è che un granello di polvere. E l'uomo è piccolo... disarmato! Da quanto tempo esiste? Per milioni di anni la terra rimase disabitata."
"Sciocchezze. La terra è vecchia quanto siamo vecchi noi: ha la nostra stessa età. Come potrebbe averne una maggiore? Non esiste nulla se non nella mente dell'uomo."
"Ma le rocce sono piene di ossa di animali estinti... mastodonti, mammuth, rettili enormi che già vivevano su questo pianeta, moltissimo tempo prima che si sentisse mai parlare dell'uomo."
"Hai mai veduto queste ossa, Winston? Naturalmente no. I biologi del diciannovesimo secolo le inventarono. Prima dell'uomo non c'era niente. Dopo l'uomo, s'egli dovesse, infine, esaurirsi, non vi sarebbe più niente. Non c'è niente al di fuori e oltre l'uomo."
"Ma l'intero universo è fuori di noi. Guarda le stelle! Alcune di esse sono lontane da noi milioni di anni-luce. Esse saranno per sempre fuori della nostra portata."
"Che cosa sono le stelle?" chiese O'Brien senza scomporsi. "Sono frammenti di fuoco distanti qualche chilometro. Potremmo benissimo raggiungerle, se volessimo. Come potremmo anche eliminarle. La terra è il centro dell'universo. Il sole e le stelle ci girano attorno."
Winston ebbe nuovamente un sussulto. Ma stavolta non disse nulla. O'Brien continuò, come se rispondesse mentalmente a un'obiezione mossagli da Winston.
"In un certo senso, e per certi determinati fini, naturalmente, questo non è vero. Quando navighiamo sull'Oceano, ovvero quando dobbiamo predire un'eclissi, risulta assai più conveniente ritenere che sia la terra a girare intorno al sole e che le stelle si trovino a milioni di milioni di chilometri di distanza. E con ciò? Credi davvero che non sia possibile stabilire un doppio sistema astronomico? Le stelle possono essere vicine o lontane, a seconda delle necessità che ci si presentano. Credi davvero che i nostri matematici non arrivino a dimostrare una simile verità? Ti sei già scordato del bispensiero?
[...] "Ma tutto ciò non è che una parentesi, una digressione" aggiunse in un tono diverso di voce. "Il potere reale, quello per cui noi combattiamo notte e giorno, non è il potere sulle cose ma il potere sugli uomini."
Tacque, e per un momento riprese quella sua aria da maestro di scuola che fa le domande a uno scolaretto promettente:
"Come fa un uomo ad affermare il suo potere su un altro uomo, Winston?"
Winston ci penso un po' su. "Facendolo soffrire" disse infine.
"Esattamente. Facendolo soffrire. L'obbedienza non basta. Se egli non soffre, come si fa a essere sicuri che non sta obbedendo alla sua volontà, anzichè alla tua? Il potere consiste appunto nell'infliggere la sofferenza e la mortificazione. Il potere consiste nel fare a pezzi i cervelli degli uomini e ricomporli in nuove forme e combinazioni di nostro gradimento. Riesci a vedere, ora, quale tipo di mondo stiamo creando? Esso è proprio l'esatto opposto di quella stupida utopia edonistica immaginata dai riformatori del passato. Un mondo di paura, di tradimenti e di torture, un mondo di gente che calpesta e di gente chè è calpestata, un mondo che diventerà non meno, ma più spietato, man mano che si perfezionerà. Il progresso, nel nostro mondo, vorrà dire soltanto il progresso della sofferenza. Le civiltà del passato pretendevano di essere fondate sull'amore e sulla giustizia. La nostra è fondata sull'odio. Nel nostro mondo non vi saranno altri sentimenti che la paura, il furore, il trionfo e l'automortificazione. Tutto il resto verrà distrutto, completamente distrutto."1984 di George Orwell