STEP 9 - LA TRUFFA DEL SISTEMA ECONOMICO

L'economia è il "motore" della nostra società. È dunque importante capire come funziona, ponendosi alcune domande fondamentali.

Proviamo quindi ad inquadrare quali sono le domande, apparentemente banali, che ci dobbiamo porre per capire il sistema:

1) Di chi è il denaro (compreso quello che avete nel portafoglio)?

2) Dove prende i soldi una banca quando ve li presta?

3) Cos'è l' interesse sul prestito applicato dalle banche?

4) Cos'è il debito pubblico? A chi dobbiamo tutti quei soldi? Perchè aumenta sempre?

5) Perché lo Stato non si stampa da solo i soldi?

6) La Banca ha il monopolio della creazione ed emissione della moneta. Essa crea 100, presta 100 e pretende una restituzione di 100 + 5 di interesse: lo Stato dove prende quel +5 [che non esistono]?

Il modo migliore per capire a fondo la complessa meccanica dell'economia mondiale senza rischiare di entrare in discorsi troppo tecnici e per certi versi tediosi, è sicuramente quello di spiegare il sistema economico attraverso un racconto, che riporti tutto ai minimi termini.

"Immaginate dunque una società in piccolo. Diciamo un paesino composto da un centinaio di abitanti nel quale ognuno abbia un ruolo diverso, ovvero sappia fare qualcosa che gli altri non sanno fare. Ci sarà quindi il calzolaio, il barbiere, il ristoratore, il muratore, il falegname ecc...

Un modellino di società standard in scala ridotta. Immaginate ora che il denaro totale posseduto da questa piccola società ammonti a...diciamo... a 100.000 euro. Ogni abitante possiederà in media 1.000 euro in banconote di vario taglio. Immaginiamo che la cultura dominante di questa società sia il risparmio a tutti i costi. Se ognuno di loro si tenesse il denaro stretto stretto, senza spenderlo, la società sarebbe destinata a cadere nella miseria più totale nel giro di pochi giorni. Zero scambi commerciali = morte sicura del nostro simpatico paesino di montagna in tempi brevissimi. La cultura dominante, affinchè la società prosperi, deve essere quella dello scambio commerciale continuo, della vivacità di mercato costante. Avremo così il calzolaio che paga 100 euro il falegname per sistemare una porta; il falegname pagherà 30 Euro al ristoratore per il pranzo; il ristoratore pagherà 15 Euro il barbiere per i capelli, il quale pagherà 60 Euro il sarto per la camicia nuova ecc...Il denaro è sempre quello, ma per il solo fatto di passare di mano in mano quella società è destinata a migliorare il proprio benessere materiale all'infinito.

La società dei consumi si basa su questo semplice principio.

Mettiamo l'ipotesi che la società sia governata da un capo saggio, buono e che lavori per il bene di tutti. Tale capo deciderà saggiamente quante banconote stampare (in base alla quantità delle merci in circolazione, al comportamento del mercato, all'aumento demografico, agli scopi comuni ecc...) ed in che maniera distribuirle; per esempio sottoforma di compenso per lavori di pubblica utilità. Il costo di produzione di tali banconote sarebbe irrisorio: carta + inchiostri + manodopera. Potrebbe ordinare al tipografo del paese di stampare il denaro, ricompensandolo con la giusta dose di banconote da lui stesso stampate, e a fine stampa potrebbe prendere i clichè e portarli al sicuro affichè nessuno ne abusi. A quel punto si potrebbe avvicinare un banchiere privato e proporgli un accordo per arricchirsi a discapito della società. Il capo saggio però non vorrà nemmeno sentire la proposta e condannerà il losco banchiere.

Immaginiamo invece che il capo di questo villaggio sia un tipo disonesto ed egoista, focalizzato unicamente all'interesse personale. Nel momento in cui egli verrà approcciato dal banchiere privato, accetterà ben volentieri la proposta che renderà entrambi ricchi senza tener conto delle conseguenze per la comunità.

Ecco un probabile dialogo tra i due:

Banchiere: "Vorresti diventare ricco e mantenere il potere sul popolo?"

Capo: "Certo! Dimmi il tuo piano!"

Banchiere: "Per prima cosa devi ritirare tutte le banconote che girano nel tuo villaggio e distruggerle!"

Capo: "Ma sei impazzito? Sarebbe la fine di tutto!"

Banchiere: "No, tranquillo..." sussurra con un diabolico sorriso "...sarà l'inizio di tutto! Sostituirai tutte le banconote, che ora sono di proprietà degli abitanti del villaggio, con quelle che ti darò io. Io però non ti regalerò le banconote...eh! eh! eh!...ma te le presterò per un tempo indefinito. In cambio ti chiederò un misero interesse...diciamo...un 2...anzi...un 2,5%! Se attuerai il mio piano e metterai in circolazione le mie banconote io ti farò diventare ricchissimo!".

Capo: "Mmm....Tutto qui? Accetto , ovviamente! Ma per metterle in circolazione come faremo?"

Banchiere: "Tranquillo capovillaggio. Dovrai concedermi il permesso di fondare una banca nel tuo villaggio, al resto penserò a tutto io! Ih! Ih! Ih!"

Capo: "Ma gli abitanti si accorgeranno del cambio di banconota e vorranno saperne il motivo?"

Banchiere: "Ma no, non si accorgeranno di nulla, le banconote saranno identiche ma al posto della dicitura banconota di stato a corso legale scriverò banconota di proprietà della banca. La scritta è piccola, non ci faranno nemmeno caso... Ih! Ih! Ih!"

L'economia sembrava funzionare più o meno come prima ma dopo un anno arriva la prima batostina... Il banchiere contatta il capovillaggio e gli chiede il pagamento degli interessi: il 2,5% di 100.000 Euro ovvero 2.500 Euro! Il primo anno il capovillaggio riesce a pagare, ma già il secondo anno si trova in difficoltà. Dovrebbe pagare altri 2.500 Euro ma la popolazione è aumentata ed il denaro totale è diminuito e così anzichè pagare si fa prestare altri 20.000 Euro dal losco banchiere. Il terzo anno gli interessi da pagare diventano 5.500 Euro, ovvero il 2,5% dei 100.000 iniziali + i 2.500 di interesse non pagato l'anno prima + gli interessi sui 20.000 prestati l'anno prima. Il capovillaggio però non ha un euro e così chiede un prestito agli ignari abitanti del villaggio inventando "i titoli di stato". In pratica dice: se mi prestate 5.500 Euro io tra sei mesi ve ne restituisco 5.700. Gli abitanti non si fanno pregare (sembra un buon affare) e così prestano il denaro al capovillaggio. Egli salda la rata di 5.500 Euro, ma sei mesi dopo si presenta il problema di pagare i 5.700 euro di "titoli di stato" agli abitanti. Il capovillaggio taglia la testa al toro e si fa prestare altri 10.000 euro dal banchiere così puo' saldare i "titoli di stato" ai cittadini che vogliono ritirare i loro soldi con gli interessi maturati, ed anche per pagare la prossima rata di interessi al banchiere. Successivamente il capovillaggio introduce anche una tassa ai cittadini per aiutarlo a ripagare il debito contratto a favore del banchiere privato. In aggiunta a ciò, la massa monetaria nel paesino è aumentata e, di conseguenza, ogni singola banconota perde di valore (inflazione) e quindi la gente si ritrova ad avere bisogno di più denaro (perché ora vale meno) per poter svolgere la propria attività. Ed è così che anno dopo anno quel paesino, senza sapere ne perchè ne per come, ci si indebita sempre di più e si avvicina sempre di più al punto di non ritorno. Il banchiere inizia a sfregarsi le mani...il suo piano sta dando i suoi frutti. Infatti, prestando delle merci di modico valore (il valore reale delle banconote è praticamente nullo composto solo da carta, inchiostro ed un po' di manodopera) sta tenendo in scacco l'intero villaggio senza che gli abitanti abbiano il benchè minimo sospetto di cosa stia accadendo perché l'accordo tra il capovillaggio ed il banchiere è stato fatto in segreto.

Ben presto il capovillaggio si troverà invischiato in una gravosa situazione che non riesce più a controllare. Il debito è insaldabile; infatti anche ammettendo che quel genialoide del capovillaggio setacci l'intero paese, raccolga tutti i soldi in circolazione, li metta in un bel saccone e li restituisca in toto al banchiere non servirebbe a nulla: rimarrebbero sempre gli interessi da pagare!

Ad ogni modo il banchiere si assicura che il capovillaggio viva nella ricchezza, inoltre egli viene sempre rieletto in quanto sempre il "buon" banchiere, tramite una rete di aziende multinazionali a cui fa capo, gli paga le campagne elettorali, ma la gente non sa nulla di nulla ...e quindi chissenefrega! Il capo inizia ad elaborare teorie astruse ed incomprensibili da dare in pasto al villaggio per giustificare la presenza di questo debito, attraverso i media e gli esperti di finanza cerca di coprire l'inganno, ovvero che il villaggio è in debito con il banchiere privato per l' intera massa monetaria che circola nel paese, più svariate migliaia di euro di interessi (relativi, per l'appunto, all'intera massa monetaria che il villaggio possiede in prestito, senza saperlo!). Il capovillaggio, per sminuire la faccenda, fa intendere che il debito sia costituito solo dagli interessi in quanto se i cittadini immaginassero che si stanno scambiando del denaro che non è di loro proprietà probabilmente ci sarebbe una rivolta.

Ad un certo punto il banchiere inizia a diventare un po' più severo. Minaccia di ritirare tutti i soldi che circolano nel villaggio creando una depressione senza precedenti, se non vengono pagati regolarmente gli interessi. Il capovillaggio non può pagare delle rate così elevate ed inizia a regalare, in cambio del condono degli interessi, dei beni appartenenti alla comunità: regala la fonte di acque potabili, così il banchiere può recuperare parte dei soldi iniziando a far pagare l'acqua ai cittadini; dopodiché il capo regalerà la centrale elettrica, ed anche lì i proventi andranno al banchiere; regala dei bellissimi palazzi pubblici ecc...Ai cittadini, però racconta di privatizzazioni necessarie per rendere i servizi più efficenti e altre storielle che quei poveretti, che pensano solo a "tirare avanti" confidando nelle promesse del capovillaggio.

Il banchiere, uomo-ombra conosciuto solo dal capovillaggio, se la ride pensando a quanto è riuscito ad ottenere senza, praticamente, muovere un dito. Può produrre denaro a piacere a costo zero: paga infatti i costi vivi di carta, inchiostro e manodopera con parte del denaro prodotto. Lo puo' prestare al valore che c'è scritto sopra e chiedere un interesse relativo alla cifra scritta su ogni banconota. Quando il capovillaggio non riesce più a pagare gli interessi può chiedere delle merci reali, dal valore vero (fonti d'acqua, palazzi, industri pubbliche ecc...) in cambio ... del nulla!! Tutto questo non ha, ovviamente, nessuna utilità per i cittadini. Non serve a nulla e, anzi, li danneggia come un cancro!

Le tasse che i cittadini, ben presto si trovano a pagare, raggiungono vette inimmaginabili. Molte tasse sono nascoste, o difficilmente percepibili per cui essi hanno si la sensazione di pagare molte tasse, ma non così tante come realmente fanno. Essi pagano, mediamente, il 37 % di tasse sul reddito che percepiscono. Con i soldi che rimangono acquistano i beni di cui necessitano, sui quali grava una tassa media diretta del 20%. Inoltre, l'azienda che produce quei beni, riversa su di essi tutte le tasse che ha sostenuto per produrli, che incidono per un ulteriore 40% sul prezzo dei prodotti. Senza saperlo, si ritrovano a pagare circa un 70% di tasse su ciò che guadagnano. Ovvero lavorano da Gennaio a Settembre inoltrato solo per pagar tasse ed il poco che rimane per acquistare beni! A scuola insegnano loro che, tempo addietro, esisteva una forma di sfruttamento del popolo chiamato mezzadria; dove il padrone di una gran fetta di terreno consentiva ai contadini di lavorarlo e lui, senza fare niente, si tratteneva metà del raccolto a titolo di affitto del terreno, come similmente applicabile al feudalesimo. Gli studenti del villaggio, dopo aver ascoltato, se ne uscivano con dei commenti del tipo "poverini...meno male che certe cose non accadono più...viva la democrazia" e altre stronzate del genere. Adesso è peggio di allora ma l'insabbiamento della realtà e l'indottrinamento sistematico permettono a questa frode di andare avanti.

Prima dell'avvento del banchiere, l'economia funzionava e le pensioni potevano essere pagate ad un'età decente, nella quale il fruitore poteva godersi un po' di vita in condizioni di buona salute e di relativa giovinezza. Ma con gli interessi da pagare questo non era più possibile! Gli uomini, quindi, dovevano continuare a produrre almeno fino ai 65 anni di età, ovvero poco sotto alla media dell'età di decesso. Per convincere i suoi cittadini a fare ciò, il capovillaggio si inventa di sana pianta un parametro (supportato da astruse ed inverificabili formule matematiche ) per giustificare questa necessaria decisione, nascondendo nel contempo i veri dati sulla vita media dei cittadini. Così facendo crea la famigerata "aspettativa di vita o speranza di vita"...tarandola a casaccio intorno ai 75/84 anni... tanto, come per molte altre cose, egli sa che nessuno si permette di verificare o di porsi una benchè minima domanda su questo argomento.

Con la sua banca intanto il banchiere, riesce a fare anche di più. I cittadini, strangolati dalle inutili e subdole tasse che stanno pagando, si rivolgono sempre più spesso alla banca per dei prestiti di denaro. Egli, potendosi stampare il denaro a piacimento, non ha bisogno di possedere del denaro onestamente guadagnato per poterlo affittare ai cittadini. Così concede volentieri prestiti a chi li richiede chiedendo a sua volta però delle solide garanzie in cambio del prestito; per esempio chiede di ipotecare la casa, terreni, la macchina o altri beni guadagnati dai cittadini con anni di sacrificio. Loro firmano perché spesso non hanno altra scelta. Il banchiere si aggiudica così un'altra vittoria su quei poveri cittadini...intanto, per non perdere l'abitudine, si fa restituire i soldi con un po' di sani interessi. Poi, ad ogni prestito, fa aumentare il debito pubblico di tutta la comunità in quanto, prestando denaro, egli fa aumentare la massa monetaria circolante. Massa monetaria che, è bene ricordarlo, gli appartiene in toto e che i cittadini hanno in prestito con un interesse del 2,5% annuo. Inoltre se il povero cittadino che ha chiesto un prestito non riesce a restituire quanto dovuto, l'avido banchiere, col sorriso sulle labbra, gli porta via la casa riducendo sul lastrico, perché è così che funziona il sistema. Il fallimento del cittadino viene visto come un fallimento personale, non imputabile alla banca, in quanto i cittadini ignorano di essere parte di un sistema truffaldino architettato per "attirare" proprietà e ricchezza in maniera unidirezionale al banchiere.

Questa storia, purtoppo, non ha il lieto fine in quanto i cittadini sono rimasti per 300 anni all'oscuro di tutto e, facilmente, sguazzeranno nell'ignoranza per altri 300 anni. Il cittadino medio non è curioso, non si fa domande, non cerca risposte... è intellettulmente pigro e quindi è il soggetto ideale per attuare questo sistema. Inoltre, si sa, se la TV non parla di un certo argomento, tale argomento, praticamente, non esiste. Talvolta i TG annunciano una variazione del tasso di interesse della Banca Centrale in più o in meno ma il 99% di chi ascolta non è in grado di capire un bel niente di niente e non si pone nessun interrogativo. Accettando, senza saperlo, il denaro del banchiere come moneta di scambio gli abitanti del villaggio si sono condannati ad un'economia basata sul produrre sempre di più. Ogni anno la produzione di beni materiali deve essere superiore a quella dell'anno precedente: non importa di cosa ce ne facciamo di tutte quelle merci, l'importante è arginare il più possibile il crescere del debito (che comunque, per sua natura, è destinato a crescere all'infinito e a non essere mai saldato). Lavoreremo sempre di più per sempre meno. Lo Stato potrà, con trucchi e trucchettini vari, limitare i danni nell'immediato ma in un futuro non lontanissimo ci troveremo strangolati nella impietosa morsa del debito ed il banchiere potrebbe anche decidere di rivolere indietro tutti i "suoi" soldi!"

Tratto da "Il Nero Cornacchione" e-book gratuito scaricabile sul sito boorp.com, versione rivista ed adattata; per la versione originale del racconto riferirsi al sito boorp.com.

Vediamo ora un po' di citazioni di personaggi di primissimo piano nell'economia mondiale:

"E' un bene che il popolo non comprenda il funzionamento del nostro sistema bancario e monetario, perchè se accadesse credo che scoppierebbe una rivoluzione prima di domani mattina"

J Henry Ford

"La nostra politica è quella di fomentare le guerre, ma dirigendo Conferenze di Pace, in modo che nessuna delle parti in conflitto possa ottenere guadagni territoriali. Le guerre devono essere dirette in modo tale che le Nazioni, coinvolte in entrambi gli schieramenti, sprofondino sempre di più nel loro debito e, quindi, sempre di più sotto il nostro potere"

Amschel Mayer Rothschild, 1773 (l'inventore del signoraggio moderno)

"Fin dalla nascita le grandi banche agghindate di denominazioni nazionali non sono state che società di speculatori privati che si affiancavano ai governi e, grazie ai privilegi ottenuti, erano in grado di anticipar loro denaro. Quindi l'accumularsi del debito pubblico non ha misura più infallibile del progressivo salire delle azioni di queste banche, il cui pieno sviluppo risale alla fondazione della Banca d'Inghilterra (1694). La Banca d'Inghilterra cominciò col prestare il suo denaro al governo all'otto per cento; contemporaneamente era autorizzata dal parlamento a batter moneta con lo stesso capitale, tornando a prestarlo un'altra volta al pubblico in forma di banconote. Con queste banconote essa poteva scontare cambiali, concedere anticipi su merci e acquistare metalli nobili. Non ci volle molto tempo perchè questa moneta di credito fabbricata dalla Banca d'Inghilterra stessa diventasse la moneta nella quale la Banca faceva prestiti allo Stato e pagava per conto dello Stato gli interessi del debito pubblico. Non bastava però che la Banca desse con una mano per aver restituito di più con l'altra, ma, proprio mentre riceveva, rimaneva creditrice perpetua della nazione fino all'ultimo centesimo che aveva dato. A poco a poco essa divenne inevitabilmente il serbatoio dei tesori metallici del paese e il centro di gravitazione di tutto il credito commerciale. In Inghilterra, proprio mentre si smetteva di bruciare le streghe, si cominciò a impiccare i falsificatori di banconote. Gli scritti di quell'epoca, per esempio quelli del Bolingbroke, dimostrano che effetto facesse sui contemporanei l'improvviso emergere di quella genìa di bancocrati, finanzieri, rentiers, mediatori, agenti di cambio e lupi di Borsa."

Karl Marx, Capitale, Libro I, Editori Riuniti, Roma 1974, pp. 817-818

"Chi tocca, muore: il denaro devono continuare a stamparlo banche private, che poi lo prestano agli Stati ricavando lauti interessi, in base alla pratica inaugurata secoli fa dalla Banca d'Inghilterra. Secondo alcuni analisti, quello dei politici che hanno provato a strappare alle banche l'esclusiva sull'emissione di moneta è ormai un affollato cimitero. Per Marco Seba, membro dell'Osservatorio sulla criminalità organizzata di Ginevra, sono addirittura sette i presidenti americani a cui la questione monetaria sarebbe costata la pelle: Lincoln, Garfield e McKinley uccisi con armi da fuoco, mentre Harrison, Taylor e lo stesso Roosevelt sarebbero stati avvelenati, come sostiene un investigatore di Chicago, Sherman Skolnick. Ma il caso più clamoroso è quello di John Fitzgerald Kennedy, fatto assassinare dopo aver esautorato, di fatto, la Federal Reserve, con un provvedimento da allora rimasto lettera morta: dollari emessi direttamente dallo Stato.

Ne parla diffusamente Enrica Perucchietti nel libro-indagine "L'altra faccia di Obama", che scava nell'imbarazzante biografia del presidente-rockstar JFK che, dopo l'incubo dell'era Bush, doveva restituire speranza all'America ed al mondo: dietro alla sua campagna elettorale c'è il denaro della peggiore "casta americana", quella del Bilderberg e delle lobby di Wall Street. La grande finanza onnipotente, cinica e spietata, che decreta l'immensa fortuna di minuscole élites e la rovina di interi popoli. Come dire che Barack Obama è davvero l'ultimo uomo al mondo in grado di poter indossare i panni di Robin Hood, che tanto aveva sbandierato nella sua spettacolare campagna elettorale. I suoi "padroni" occulti, i suoi veri "azionisti", hanno in mente ben altro che la ridistribuzione della ricchezza. Prima ci sono amici banchieri, monopolisti e multinazionali; ci sono truffatori da salvare e bancarottieri da graziare. Nessuna speranza di veder democratizzato lo strumento di potere principale: il denaro.

E' il 12 novembre 1963 quando il presidente Kennedy, alla Columbia University, denuncia esplicitamente un complotto che coinvolge la Casa Bianca e rischia di porre fine alla libertà del popolo americano. Kennedy annuncia che i colpevoli saranno smascherati, ma esattamente dieci giorni dopo, a Dallas, muore nell'attentato sul quale ancora oggi, mezzo secolo dopo, l'America non dispone di una esauriente verità giudiziaria. Secondo Enrica Perucchietti, doveva avere avuto un effetto sconvolgente il famoso decreto presidenziale numero 11110 firmato da Kennedy qualche mese prima, il 4 giugno: «Con un colpo di penna - scrive l'autrice de "L'altra faccia di Obama" - il presidente Kennedy decretò che la Federal Reserve, di proprietà di privati, sarebbe presto fallita». Il capo della Casa Bianca autorizzò infatti la tesoreria di Stato ad emettere dollari a costo zero, basati sulla riserva statale in lingotti d'argento.

«Sembra ovvio che il presidente Kennedy sapesse che l'uso delle banconote della Federal Reserve come presunta valuta legale fosse contrario alla Costituzione degli Stati Uniti», osserva l'autrice: «Jfk aveva inoltre previsto che le nuove banconote emesse direttamente dal governo in base alle riserve argentee si sarebbero diffuse e avrebbero progressivamente eliminato dalla circolazione la richiesta di banconote emesse dalla Fed», che le cedeva allo Stato dietro il pagamento di un interesse su ogni dollaro stampato. Era dunque il signoraggio bancario il "complotto" di cui parlò Kennedy poco prima di venire ucciso? Negli ultimi due secoli, aggiunge Enrica Perucchietti, il signoraggio ha messo in allarme politici e intellettuali: «Se mai gli americani consentiranno a banche private di emettere il proprio denaro - ammoniva profeticamente Thomas Jefferson - le banche e le grandi imprese priveranno la gente delle proprietà di ciascuno, finché i figli di sveglieranno senza tetto nel continente conquistato dai loro padri».

Il potere di emissione della valuta, insisteva Jefferson, «va tolto alle banche e restituito al popolo, al quale appartiene». All'epoca della fatale introduzione dell'euro, emesso dalla Bce che lo presta a caro prezzo agli Stati europei, proprio il "denaro del popolo" è stato l'obiettivo della crociata del giurista italiano Giacinto Auriti, giunto a denunciare la Banca d'Italia in nome della sovranità popolare monetaria. Fu dunque la battaglia per "restituire il denaro al popolo" a costare la vita a Kennedy? Sicuramente, sostiene Enrica Perucchietti, la politica monetaria di JFK fu un concorso di pena per i tiranni dell'élite finanziaria. Ancora non sappiamo quale fu la L'altra faccia di Obama che spinse il presidente americano a rivelare al mondo, a mezzo stampa, «il piano occulto di un governo segreto che mirava - e mira tuttora, più che mai - a comandare l'intero pianeta».

Così era cinquant'anni fa, ma pure ai tempi di Roosevelt, che vent'anni prima dichiarò: «La verità è che elementi della finanza sono proprietari del governo nei suoi cardini principali, sin dai giorni di Andrew Jackson». Proprio quel Jackson che definiva «covo di vipere» il santuario dei banchieri. L'Occidente è in preda a una crisi mai vista e ormai sta per esplodere: «Solo, non sappiamo quando e come avverrà la deflagrazione, e con quale potenza: ma la rivolta, quella vera, non è concessa». Barack Obama? Puro teatrino della speranza, buono solo per il marketing elettorale organizzato direttamente da Wall Street. No, la rivolta non ci è concessa: il solo crederlo «basta per condannarci alla schiavitù». Banche, denaro, finanza: «E' un bene che il popolo non comprenda il funzionamento del nostro sistema bancario e monetario», dirà con cinismo un altro presidente americano, Henry Ford: «Perché, se accadesse, credo che scoppierebbe una rivoluzione prima di domani mattina»".

Enrica Perucchietti, "L'altra faccia di Obama - ombre dal passato e promesse disattese

Il signoraggio è una truffa "invisibile" e legalizzata. Nonostante l'illegittimità arbitraria del sistema lo accettiamo; chi per conformismo, chi per ignoranza, o chi per mancanza di alternative.

Anch'io sono dell'opinione che non si possa fare nulla per cambiarlo, perché saranno gli stessi "potenti" a cambiarlo nel momento in cui introdurranno un nuovo sistema economico basato sulla moneta elettronica e sul microchip sottocutaneo. La gente gioirà per i miglioramenti che il nuovo sistema apporterà, ma ignora le macchinazioni occulte che si nascondono dietro a questo piano.

Ma quello che ancor di più sorprende è il cinismo, l'avidità e la malvagità dei grandi banchieri che, senza scrupoli, controllano l'economia e la politica. Vediamo alcune delle loro citazioni, giusto per vedere cosa pensano e come ragionano:

«Datemi il controllo sulla moneta di una nazione e non mi preoccuperò di chi ne fa le leggi.»

Mayer Amschel Rothschild (1744-1812) banchiere, fondatore dell'impero finanziario dell'omonima dinastia

"Siamo grati al Washington Post, al New York Times, al Time magazine, e ad altre grandi pubblicazioni i cui direttori hanno partecipato ai nostri incontri e hanno rispettato le loro promesse di discrezione per quasi quarant'anni.

Sarebbe stato impossibile per noi, sviluppare il nostro progetto per il mondo se fossimo stati esposti alle luci della pubblicità nel corso di questi anni.

Ma il mondo è adesso più sofisticato e pronto a marciare verso un governo mondiale che non conoscerà mai più la guerra, ma solo la pace e la prosperità per l'intera umanità. La sovranità sovranazionale di una élite intellettuale e di banchieri mondiali è sicuramente preferibile all'autodeterminazione nazionale esercitata nei secoli passati."

David Rockefeller, banchiere e petroliere, fondatore della Commissione Trilaterale, co-fondatore del Bilderberg, membro del Council of Foreign Relations

" La nostra politica è quella di fomentare le guerre, ma dirigendo Conferenze di Pace, in modo che nessuna delle parti in conflitto possa avere guadagni territoriali. Le guerre devono essere dirette in modo tale che le Nazioni, coinvolte in entrambi gli schieramenti, sprofondino sempre di più nel loro debito e, quindi, sempre di più sotto il nostro potere."

Mayer Amschel Rothschild

"Ci stiamo avvicinando ad un cambiamento globale, l'unica cosa di cui abbiamo bisogno è la crisi delle superpotenze che, poi si dilagherà in tutto il mondo ed allora... sarà accettato un unico governo mondiale."

David Rockefeller

"Alcuni credono che la mia famiglia sia collegata ad argomenti quali l'occulto e la cospirazione, azioni finalizzate alla caduta del governo statunitense. Io e la mia famiglia siamo accusati di volere sviluppare una struttura socio-economica e politica il cui fine è controllare il mondo. Se questa è l'accusa, mi dichiaro reo confesso."

David Rockefeller - Le Mie Memorie, pagina 405

"Siamo sull'orlo di una trasformazione globale. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è la "giusta" crisi globale e le nazioni accetteranno il Nuovo Ordine Mondiale."

David Rockefeller

"Avremo un governo mondiale, che vi piaccia o no. La sola questione che si pone è di sapere se questo governo mondiale sarà stabilito col consenso o con la forza."

James Warburg, banchiere, di fronte al Senato USA, 17 febbraio 1950

"Oggi gli americani si sentirebbero oltraggiati se le truppe delle Nazioni Unite entrassero a Los Angeles per ristabilire l'ordine; domani essi ne saranno grati. Ciò è particolarmente vero se alla gente viene detto che c'è un pericolo esterno imminente, vero o inventato che sia, che minaccia le loro stesse vite. Allora tutti i popoli pregheranno i propri leaders perché li proteggano da questo demone. L'unica cosa che ogni uomo teme è l'ignoto.

Quando questo scenario si presenta si rinuncia volentieri ai propri diritti in cambio della garanzia del proprio benessere concessa dal Governo Mondiale."

Henry Kissinger in un discorso durante un incontro del gruppo Bilderberg a Evian, Francia, 21 maggio 1992.

All'insaputa di Kissinger, il suo discorso fu registrato da un delegato svizzero durante il meeting

Pensateci un attimo: se voi foste uno di questi banchieri, consapevoli del potere decisionale che avete sulla moneta emessa, non vi riterreste in qualche modo "complici" o responsabili per la diffusa povertà sul pianeta? Per quanto possiate mantenere la vostra ricchezza al primo posto, non cerchereste almeno di agire secondo giusti principi per permettere ad ogni persona di vivere in maniera dignitosa?

Ovvero, se queste persone volessero il bene del "mondo" non agirebbero di conseguenza, pur non rinunciando alla loro posizione di potere e ricchezza?

Vediamo ora quale considerazione hanno i grandi banchieri e le personalità influenti del mondo, nei riguardi delle persone comuni:

"Il mondo oggi ha 6.8miliardi di persone . E sta andando verso i 9 miliardi. Ora se veramente accogliamo il lavoro sui vaccini, l'assistenza salutistica, i consultori per la riproduzione, potremmo abbassare questo trend del 10-15%."

Bill Gates, Microsoft


"L'impatto negativo della crescita della popolazione in tutti i nostri ecosistemi del pianeta sta diventando piu' che evidente."

David Rockefeller


"Una popolazione totale di 250-300 milioni di persone, ovvero il 95% in meno dei livelli attuali, sarebbe ideale."

Ted Turner, fondatore CNN


"La cosa più misericordiosa che una famiglia possa fare ad uno dei suoi membri infantile, è ucciderlo."

Margaret Sanger, fondatrice di Planned Parenthood


"La politica degli USA nei confronti del Terzo Mondo dovrebbe essere di spopolamento."

Henry Kissinger


"Per stabilizzare la popolazione dobbiamo eliminare 350.000 persone al giorno. E' una cosa orribile da dirsi, ma è altrettanto orribile non dirla"

Jacques Cousteau, esploratore marino e testimonial dell'UNESCO


"La popolazione mondiale ha bisogno di essere diminuita del 50%"

Henry Kissinger(ONU 2005)


"Se rinascessi vorrei essere un virus letale per eliminare la sovrappopolazione, la crescita dell'uomo è la più grave minaccia per il Pianeta."

Principie Filippo di Edimburgo (marito della Regina Elisabetta II)


Dichiarazioni scioccanti, non credete? Ora, prima di andare oltre, facciamo una breve parentesi per capire in che modo questa egemonia finanziaria sia riuscita ad affermarsi così prepotentemente nel mondo d'oggi.

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